venerdì, ottobre 27, 2006

Che piacere i filmati dei gol senza commenti! Una conferma del pessimo stato del giornalismo sportivo in tv

LA SORPRESA - QUASI IN TEMPO - IN SEGUITO ALLA MESSA IN ONDA, IL 25 OTTOBRE SU ITALIA UNO, DELLE SINTESI CON LE IMMAGINI SENZA LE VOCI DEI GIORNALISTI DELLE RETI DELLA 8^ GIORNATA DEL CAMPIONATO DI CALCIO DI SERIE A

CHE PIACERE I FILMATI DEI GOL SENZA COMMENTI!
UNA CONFERMA DEL PESSIMO STATO DEL GIORNALISMO SPORTIVO IN TV

Sarà soltanto una mia idiosincrasia, ma l'altro ieri mi sono davvero goduto la visione dei gol delle partite di serie A su Italia Uno senza l'invadenza parolaia di giornalisti e "illustri ospiti". Ai miei occhi, lo sciopero dei giornalisti si è trasformato in un clamoroso boomerang per l'informazione sportiva televisiva.
Sarei davvero curioso di fare un esperimento: utilizzare quella trasmissione d'emergenza delle sintesi con i gol e le azioni principali delle partite, senza ulteriori mediazioni giornalistiche, come un nuovo format di programma televisivo da mettere in onda in uno dei vari canali in chiaro dopo tutte le giornate di serie A. Vorrei verificare come se la caverebbe quanto ad audience rispetto agli altri programmi televisivi sul campionato di calcio.
Ma anche senza arrivare a tanto, il piacere da me provato - se non è il frutto di una patologia rara - dovrebbe far riflettere i responsabili dei programmi televisivi dedicati allo sport sul loro approccio all'informazione sportiva. Perché forse vale la pena di provare a cambiare impostazione. Meno chiacchiere e ospiti, e più spazio alle sintesi filmate, magari costruite meglio, di tutti gli avvenimenti sportivi. Se ci sarà una buona risposta in termini di audience, saranno contenti anche gli editori, che potranno anche tagliare i costi per i gettoni di presenza, limitandosi a pagare, magari di più, i giornalisti autori delle selezioni delle immagini salienti.
Cercherò di elencare, in una sorta di rapido resoconto introspettivo, le ragioni per cui mi sono goduto quella trasmissione d'emergenza molto di più dei soliti programmi televisivi dedicati al calcio.
Primo, ho provato un immenso piacere nel non perdere parte del mio prezioso tempo (per chi non lo è?), di solito buttato via nell'assistere a presentazioni e chiacchiere inutili di privilegiate persone di cui non mi importa un tubo, per arrivare subito al sodo: le immagini dei gol e delle azioni principali (prodezze e casi dubbi) delle partite.
Secondo, tale sensazione di piacere era rafforzata dall'idea che non stavo contribuendo indirettamente allo spreco di soldi in gettoni di presenza a favore di codesti privilegiati. I quali oltretutto, spesso, tra battute risatine e reciproci ammiccamenti del tutto autoreferenziali, mostrano di non saper nemmeno tenere a freno la loro gioia scomposta per la pacchia che gli è capitata: guadagnare per non fare quasi nulla.
Terzo, ho goduto nel vedermi le immagini accompagnate dai rumori "dal vero" dello stadio, non più coperti dai flussi di parole ridondanti o tendenziosi, o peggio ancora - come va ultimamente di moda - pseudo-letterari, dei cronisti.
Spero che l'esternazione di queste mie sensazioni, senz'altro un po' esagerate, serva da spunto per la riconsiderazione dei programmi sportivi in tv. Il tenerne conto, anche solo parzialmente, potrebbe giovare alla qualità dei programmi e alla salute psichica di chi guarda la televisione e ancor più di chi la fa.


Lorenzo Sandiford



venerdì, ottobre 06, 2006

Un po' di ottimismo sui rapporti tra culture: nota alla Bustina di Minerva di Eco "Integrazione dal basso".

RILANCIO - QUASI IN TEMPO - DA L'ESPRESSO DEL 28 SETTEMBRE 2006
POST DEL 6 OTTOBRE 2006 SUL MIO BLOG IL TRUISTA - NOTE IN MARGINE ALL'ESPRESSO (lorenzosandiford.blog.espresso.repubblica.it)


UN PO' DI OTTIMISMO SUI RAPPORTI TRA CULTURE:
NOTA ALLA BUSTINA DI MINERVA "INTEGRAZIONE DAL BASSO"

Nella Bustina di Umberto Eco "Integrazione dal basso" viene descritta un'interessante iniziativa di Transcultura rivolta agli studenti universitari di origine familiare extraeuropea che si trovano in difficoltà a causa delle differenze culturali. Da quanto ho capito, si tratta di corsi che hanno come elementi centrali le competenze linguistiche e matematiche, e sono basati su un lavoro di gruppo in cui i giovani si aiutano reciprocamente nella comprensione della cultura francese facendo leva ciascuno sulle peculiarità della propria cultura d'origine: la combinazione dei vari punti di vista dovrebbe migliorare il processo di apprendimento.
Tutto bene. Credo però che simili iniziative, opportunamente adattate, siano ancora più utili alle scuole medie superiori e inferiori, prima che si accumulino i ritardi e quando la capacità di apprendimento, soprattutto linguistica e matematica, è migliore.

Colgo l'occasione per aggiungere un'osservazione generale sul tema dei rapporti interetnici, che ultimamente sui media vengono sempre dipinti come problematici. Non voglio negare le difficoltà che certamene esistono, tanto più negli ultimi anni in seguito all'attentato alle torri gemelle e alla guerra in Iraq, che hanno alimentato - grazie anche all'uso sconsiderato dei media - l'odio e la diffidenza tra molte popolazioni del pianeta.
Tuttavia bisogna sempre tenere presente che gli scontri tra culture fanno più notizia ed hanno più spazio sui media, ma ci sono anche segnali e trend positivi. Ad esempio il forte aumento del numero di coppie interetniche ed interrazziali: bianchi neri gialli ecc in tutte le gradazioni e combinazioni. Non so quantificare il fenomeno, ma - anche se se ne parla poco - mi sembra del tutto evidente: basta confrontare quello che si vede adesso passeggiando nelle strade affollate di turisti di Firenze con quello che si vedeva 15 anni fa.

Ciò mi rende ottimista, terroristi e capi di governo permettendo.

Lorenzo Sandiford


venerdì, settembre 29, 2006

E' anche colpa del Bestiario: commento a "come far durare 'il fattore C'" di Pansa

CONTROCANTO CORRETTIVO - QUASI IN TEMPO - DA L'ESPRESSO DEL 25 SETTEMBRE 2006
POST DEL 26 SETTEMBRE 2006 SUL MIO BLOG IL TRUISTA - NOTE IN MARGINE ALL'ESPRESSO (lorenzosandiford.blog.espresso.repubblica.it)


E' ANCHE COLPA DEL BESTIARIO: COMMENTO A "COME FAR DURARE 'IL FATTORE C'" DI PANSA

Caro Pansa, d'accordo al 100% con i suoi suggerimenti a Prodi, ma le faccio notare (scherzosamente) che è anche colpa sua se Prodi ha voluto strafare.
Cosa intendo dire? Le rispondo con una citazione da un suo corsivo precedente:
"E in più di un caso il Bestiario l'ha invitato a usare il bastone con i suoi, a fare il dittatore democratico, a essere un caimano come sembrava lo fosse l'ex Berlusconi. Prodi non ha mai raccolto l'invito."
Il punto è che in Italia simili richiami coloriti a una leadership efficace vengono subito presi alla lettera, con le conseguenze che possiamo constatare. Qui da noi i politici scambiano l'autorevolezza con l'alzare la voce e il celodurismo, con le risposte sprezzanti e intimidatorie ai giornalisti. Scambiano l'efficacia con il fare da soli e il giocare d'anticipo mettendo tutti gli altri di fronte al fatto compiuto, a scapito persino degli alleati.
In qualche raro caso ci può anche stare, ma in linea di massima un bravo leader non ha bisogno di ricorrere a simili espedienti per farsi rispettare. Questo, naturalmente, non significa cedere all'atteggiamento opposto: il buonismo di facciata a tutti i costi, l'ipocrisia del "siamo tutti d'accordo" quando non lo si è. Significa soltanto adottare una linea di condotta decisa ma pacata, in cui si danno scadenze per le fasi di confronto e poi si prendono le decisioni.
Meglio pertanto non incoraggiare simili comportamenti.


Lorenzo Sandiford

sabato, febbraio 25, 2006

Sentenza choc sullo stupro: quasi altrettanto scioccanti i titoli sui giornali!

CONTROCANTO CORRETTIVO - QUASI IN TEMPO - DA QN, REPUBBLICA, SOLE24ORE

SENTENZA CHOC SULLO STUPRO: QUASI ALTRETTANTO SCIOCCANTI I TITOLI SUI GIORNALI!

Una frase della sentenza della Cassazione lascia davvero sconcertati. Ma anche sui giornali del 18 febbraio molti errori e assurdità. Un tentativo di riportare il buonsenso e un piccolo ragionamento sulla frase ‘un abuso (o stupro) è meno grave se la vittima è vergine’.


Un genuino riflesso condizionato legato alle distorte prassi giudiziarie del passato in materia di stupro? Oppure una vera e propria mancanza di logica? O forse tutte e due le cose insieme?
Non saprei dire quali siano le ragioni di alcune assurde affermazioni lette il 18 febbraio scorso nei giornali Quotidiano Nazionale e Repubblica (l’articolo del Sole24ore era invece ben centrato, a parte il titolo) a proposito della sentenza con cui la Corte di Cassazione ha criticato le motivazioni alla base della decisione della Corte d’appello di Cagliari di non concedere le attenuanti in un caso di abuso sessuale nei confronti di una minorenne. E non ho né l’intenzione, né le competenze giuridiche per fare una seria valutazione di merito di tale sentenza. Cosa, d’altra parte, impossibile senza aver letto la sentenza della Corte d’appello a cui si contrapponeva la decisione della Cassazione.
Quello che mi interessa è soltanto evidenziare, per via indiretta, alcune assurdità e incongruenze concettuali di giornalisti, politici ed esperti, che mi sono saltate agli occhi alla prima lettura degli articoli. Per le quali, se non sono in errore, non c’è nemmeno bisogno di entrare nel merito della vicenda. (Del resto gli stessi giornali hanno provveduto il giorno successivo a correggere il tiro con interviste e servizi di chiarimento).
A giudicare dagli articoli e dai brani citati della sentenza l’elemento scatenante delle reazioni negative è stato un passo in cui la Corte di Cassazione ha sostenuto che nella valutazione degli effetti negativi di tale abuso sullo sviluppo sessuale della minorenne andava considerato il fatto che la ragazza già a partire dall’età di 13 anni aveva avuto numerosi rapporti sessuali con uomini di ogni età. Affermazione che però è stata poi tradotta dai titoli dei tre giornali (ma QN e Repubblica anche in passi di alcuni articoli) nella formula: stupro (o abuso) meno grave se la vittima non è vergine.
Premetto che a mio parere, da uomo della strada (o meglio, da uomo della poltrona davanti a tv e computer), c’è poco da concedere attenuanti in casi di abuso del genere: su una ragazza di 14 anni e per di più in rapporto di soggezione nei confronti del compagno della madre. Ma, ripeto, non posso né voglio parlare della sentenza, perché non conosco le regole giuridiche con cui si scelgono le pene per i reati, tra i minimi e i massimi previsti, e con cui si possono concedere attenuanti o dare aggravanti.
Ciò che mi preme è l’analisi di alcune affermazioni lette sui giornali.
La prima cosa che osservo è il seguente paradosso: è sicuramente più sbagliata e grave la frase della Corte di Cassazione della traduzione giornalistica. Cioè mi sembra peggio mettere in relazione gli effetti dell’abuso con la quantità di esperienze sessuali precedenti che con la verginità. L’errore della Corte è quando considera rilevanti, per valutare quanto gravi siano stati gli effetti dell’abuso, il numero e la varietà delle esperienze precedenti. A mio parere, infatti, non cambia pressoché nulla se una è stata già a letto con 3 o 20 uomini: soffre lo stesso. E’ qui che si rischia di passare dal concetto di reato contro la persona a reato contro la morale. Sarebbe invece meno irrazionale (anzi, come dirò più avanti, del tutto accettabile) sostenere che gli effetti sono più pesanti per una vergine che per una che ha già avuto esperienze sessuali. In questo caso mi sembra che ci sia un salto qualitativo chiaro e rilevante e che il concetto di reato contro la morale non c’entri nulla. Quindi la traduzione giornalistica ‘abuso meno grave se una non è vergine’ ha paradossalmente distorto, rendendola meno sbagliata, l’affermazione della Corte di cassazione. Al punto che, a una prima lettura, mi era incomprensibile il motivo dello scandalo.
Ma, passando alla seconda osservazione, è così assurda la frase: ‘un abuso sessuale è meno grave se la vittima non è vergine’? Io penso proprio di no. Infatti, pur ritenendo che si tratti di una differenza di gravità minima, credo che la differenza ci sia, almeno se nella gravità del reato è inclusa anche la peggiore ripercussione sulla vittima. Anzi penso che, in tal caso, tale frase costituisca addirittura un truismo.
Ecco il mio ragionamento terra terra.
Primo, dire che ‘un abuso sessuale (o stupro) è meno grave se la vittima non è vergine o senza esperienze sessuali’ non significa dire che, come ha sostenuto la Aspesi, "non è poi così grave". Un’azione può essere molto grave pur essendo meno grave di un’altra. Il significato di quella frase è identico alla frase: ‘un abuso sessuale (o stupro) è più grave se la vittima è vergine o senza esperienze sessuali’. Penso che in pochi avrebbero da eccepire di fronte a quest’ultima affermazione!
Secondo, credo che l’effetto di un abuso sessuale su una vergine o su una ragazza priva di esperienze sessuali (le due cose possono non coincidere) sia, a parità di altre condizioni, più pesante che su una donna con qualche esperienza sessuale alle spalle. (E credo che più o meno lo stesso discorso valga nel caso di un abuso sessuale su un ragazzo.) Mi sembra scioccamente sbrigativo dire, come hanno fatto alcuni commentatori, che uno stupro è uno stupro; allora le modalità non contano? se è minorenne non conta? Per analogia dovremmo dire sempre che un omicidio è un omicidio, punto e basta? Se avessi tre figlie di 15 anni, una senza esperienze, la seconda con un’esperienza sessuale di rilievo con l’attuale ragazzo, e la terza con tre esperienze sessuali e al momento single, in caso di abusi sessuali dalle identiche modalità a tutte e tre, sarei in partenza più preoccupato per la prima, anche se molto preoccupato anche per le altre due (tra le quali, invece, non vedrei grandi differenze). A meno che, per altri motivi, la prima fosse psicologicamente più solida delle altre due: in tal caso, difficile comunque da stabilire, potrei anche non avere una preoccupazione maggiore per lei.
Terzo, credo la differenza di impatto nell’un caso e nell’altro sia rilevante, a parità di altre condizioni, ma non so in che misura. Anche per questo non saprei dire se sia giusto tenerne conto nelle sentenze sugli abusi. In ogni caso credo che sia giusto affidarsi anche alla psicologia scientifica per una comprensione della questione.
Concludendo, chi ha fatto quei titoli di giornale, trasformando il rapporto tra livello di gravità del reato e promiscuità della vittima messo in evidenza dalla Cassazione in rapporto tra gravità e verginità, con l’intenzione di segnalarne lo scandalo, si è soltanto tirato la zappa sui piedi.


Lorenzo Sandiford