giovedì, febbraio 03, 2011

LE BUSVIE SI FANNO DOVE SERVONO: le corsie preferenziali, i posti auto gratuiti, i "domenicali" e la qualità della vita degli italiani meno abbienti.

Lo so, questa titolazione è alquanto wertmulleriana. Ma quando ci vuole, ci vuole. E in questo caso ci sta proprio bene. Come il truismo, del resto. Che non sembra nemmeno tale, almeno a giudicare dal comportamento di tante amministrazioni pubbliche competenti in materia di corsie preferenziali.

Spesso infatti queste sembrano non ricordarsi che le busvie in un Paese civile si dovrebbero creare soltanto dove gli autobus si bloccano spesso a causa del traffico (il che non significa dove non riescono ad andare a 70 km all'ora).
E magari, se si ha a cuore la qualità della vita dei cittadini di tutti gli strati sociali, dopo aver trovato una soluzione ragionevole per i posti auto in meno lungo le strade a disposizione dei residenti. Fra cui ci sono, vale la pena sottolinearlo, anche persone che non si possono permettere, non solo di comprare un box per l'automobile, ma nemmeno di affittarlo.

Qualcuno, ad esempio Innocenzo Cipolletta che scrisse un interessante articolo sull'argomento qualche anno fa sul Sole24Ore, mi potrà obiettare che in certe parti del mondo si può comprare l'auto soltanto se si è già in possesso del relativo spazio per parcheggiarla. Ad esempio a Tokyo, da dove viene mia moglie.
Ma intanto, almeno se non ci sono stati cambiamenti negli ultimi tempi, questo non vale per le piccole auto ecologiche. In secondo luogo, in Giappone c'è molta più uguaglianza economica, nel senso di meno differenze di reddito fra poveri e ricchi, e una classe media assai più diffusa e benestante che da noi (anche su questo punto mi rifaccio a dati un po' vecchi letti sul Sole 24ore diverso tempo fa).
Per cui sono molti di meno coloro che non possono permettersi il posto auto.

Ma qui da noi in Italia, e in particolare nella mia regione, la Toscana, e nella mia città, Firenze, la situazione è diversa. Piaccia o no, il posto auto gratis è diventato un diritto acquisito a un pizzico di felicità.
Per molte persone qualunque l'auto è un ingrediente essenziale del way of life toscano (e di gran parte del resto d'Italia) nel tempo libero, perché significa weekend in giro attraverso la nostra sempre meno ma ancora meravigliosa campagna: a pescare, a cercar funghi, a guardare gli uccelli e gli altri animali dei boschi.

Finora cose del genere se le sono potute permettere tutti o quasi. Tant'è che è sempre stata molto numerosa la categoria dei cosiddetti "domenicali", quegli automobilisti un po' imbranati che prendono l'auto solamente il sabato e la domenica.
Fenomeno che spiega, in una città come Firenze, lo scarso uso del bel parco delle Cascine, dove vanno invece gli immigrati, perché o privi di auto o ancora inconsapevoli delle bellezze delle nostre campagne a pochi minuti dalla città.

In conclusione, prima di togliere i posti auto e di conseguenza l'auto a molte persone che abitano nelle città della Toscana (e di molte altre parti d'Italia), ci penserei diverse volte.
A meno che, chiaramente, non ci si venga a trovare di fronte alla prospettiva concreta di crisi energetiche epocali che comportino l'eliminazione dei mezzi di trasporto privato a tutti. Situazione che potrebbe accadere e anche in un futuro non lontanissimo, ma che però potrebbe invece essere scongiurata dall'invenzione di nuove auto super ecologiche.

Tutto ciò non significa rinunciare alla promozione di un maggior uso dei mezzi pubblici, battaglia in cui credo fermamente.
Significa soltanto che io sono sì a favore di una lotta contro l'uso inutile e quotidiano delle auto: per andare a lavoro, a scuola, al cinema; insomma per fare spostamenti per cui vanno benissimo pure i mezzi pubblici e le gambe, malgrado qualche minuto in più che ovviamente si perde.
Ma vorrei che l'auto restasse a disposizione di tutti quelli che finora se la sono potuta permettere nella sua unica funzione davvero importante per la qualità della vita, e cioè come strumento di libertà nel tempo libero.

Lorenzo Sandiford