mercoledì, dicembre 07, 2005

Presentazione

IL TRUISTA
Note in margine ai "miei" giornali ed altri appunti.

 
Perché questo nome?
Me la caverò con una battuta. Per non firmarmi "signor di La Palisse".. ché, ho visto, ci aveva già pensato Tabucchi sull’Unità..
Vabbè, aggiungerò anche che c’è un riferimento, molto facile e superficiale, a "Difesa del senso comune" di George Edward Moore. E che, come sa chi è abituato alla politica e al giornalismo politico italiano, il "senso comune" e il ragionamento semplice, passo passo, può essere davvero utile, se non rivoluzionario, in certi casi e ambienti.
Diciamo che ci proverò. Ma non sarò sempre fedele a questa massima. Questo non è un blog "professionale" e non ci posso dedicare troppo tempo. E poi mi voglio divertire.

 
Perché e per chi lo scrivo?
Prima di tutto, per me. Per non abbandonare nel dimenticatoio alcune delle osservazioni, dubbi, critiche, proposte che mi vengono in mente leggendo-scorrendo i miei tre giornali "fissi": La Repubblica, QN/La Nazione e il Sole 24ore; e quelli che compro di tanto in tanto: dall’Unità al Corriere della Sera; senza trascurare il settimanale l’Espresso e altre testate cartacee, analogiche o digitali.
Ma anche per tentare di aprire un dialogo con chi legge gli stessi giornali e ha interessi simili ai miei. E’ evidente, infatti, che via via che questo blog si arricchirà, emergeranno alcuni temi di fondo su cui è focalizzata la mia attenzione: una sorta di repertorio delle mie specifiche fissazioni (che spero corrispondano a urgenze collettive reali) all’interno dei vasti campi della politica, i media e il giornalismo.
In ogni caso, avrò instaurato un dialogo immaginario con le testate e i giornalisti di riferimento. O, più semplicemente, uno sporadico e selettivo controcanto: inevitabilmente parassitario, ma costruttivo, perché all’insegna degli ideali della completezza, della correttezza e della trasparenza. Tanto importanti da perseguire quanto difficili da centrare. Soprattutto il primo, sul piano individuale.

 
Chi sono?
Lorenzo Sandiford, un giornalista pubblicista di Firenze, al momento pressoché disoccupato.
La scelta di esternare quest’ultimo dettaglio è solo per far capire che, visto che tra l’altro ho nel cassetto e in testa vari progetti editoriali e televisivi irrealizzabili a livello amatoriale, sono disponibile a qualunque offerta, anche modica :-)).

 
Nota di metodo
Non seguirò regole formali precise nella redazione dei testi (del tipo: lunghezze predefinite ecc.) e asseconderò i capricci dell’umore. Alcuni sostengono che quando si scrive sul web si debba essere più brevi e così via. Può darsi. A mio parere il bello di Internet è invece che si può scrivere come ci pare, perché non ci sono quasi restrizioni di spazio.
Non mi propongo neanche di scrivere con cadenze regolari. Aggiornerò il blog quando avrò tempo e voglia. Vedremo.
L'unico aspetto che merita forse un chiarimento è la titolazione. Data la mia incapacità di settare un'impaginazione personalizzata, il titolo sarà ripetuto sia nello spazio titoli predefinito che nello spazio testi. Questo, perché mi serve una titolazione composta da occhiello, titolo e sottotitolo. L'occhiello non sarà di tipo giornalistico e verrà utilizzato soltanto per classificare il genere di post, secondo varie categorie. Quali, ad esempio, "in tempo" versus "fuori tempo" (per distinguere gli interventi attuali da quelli vecchi o slegati dalla stretta attualità), "controcanto correttivo" versus "controcanto di rinforzo" ecc.
 
 
Avvertenze
Sarà superfluo, ma è bene dirlo esplicitamente, a scanso di equivoci. Questo non è un sito giornalistico in senso proprio, ma uno spazio di riflessione a partire dai giornali. Qui non si troverà nessuna notizia di prima mano né verifica delle fonti primarie. Le mie uniche fonti sono le testate a cui faccio riferimento; tutto il resto è libero e opinabile ragionamento. Siccome, però, è inevitabile in qualsiasi ragionamento riferirsi a fatti e informazioni, per non creare fraintendimenti a tale proposito, adotterò uno stile espositivo ricco di espressioni come "mi sembra", "se è vero che" e di punti interrogativi. Insomma, tutto il contrario delle regole di scrittura del giornalismo.
In secondo luogo, voglio sottolineare una conseguenza dell'impostazione scelta: finirò spesso per contrappormi e fare obiezioni proprio agli editorialisti che leggo con maggiore interesse. Non ci saranno solo note di dissenso, ma ovviamente il più delle volte sarà così, perché non ha molto senso ripetere (nel tentativo di diffondere ulteriormente) le cose giuste scritte da professionisti che hanno già un ampio uditorio. Quelle saranno date per scontate, salvo i rari casi in cui mi pare che possano essere utilmente integrate e rafforzate.

Lorenzo Sandiford




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