sabato, febbraio 25, 2006

Sentenza choc sullo stupro: quasi altrettanto scioccanti i titoli sui giornali!

CONTROCANTO CORRETTIVO - QUASI IN TEMPO - DA QN, REPUBBLICA, SOLE24ORE

SENTENZA CHOC SULLO STUPRO: QUASI ALTRETTANTO SCIOCCANTI I TITOLI SUI GIORNALI!

Una frase della sentenza della Cassazione lascia davvero sconcertati. Ma anche sui giornali del 18 febbraio molti errori e assurdità. Un tentativo di riportare il buonsenso e un piccolo ragionamento sulla frase ‘un abuso (o stupro) è meno grave se la vittima è vergine’.


Un genuino riflesso condizionato legato alle distorte prassi giudiziarie del passato in materia di stupro? Oppure una vera e propria mancanza di logica? O forse tutte e due le cose insieme?
Non saprei dire quali siano le ragioni di alcune assurde affermazioni lette il 18 febbraio scorso nei giornali Quotidiano Nazionale e Repubblica (l’articolo del Sole24ore era invece ben centrato, a parte il titolo) a proposito della sentenza con cui la Corte di Cassazione ha criticato le motivazioni alla base della decisione della Corte d’appello di Cagliari di non concedere le attenuanti in un caso di abuso sessuale nei confronti di una minorenne. E non ho né l’intenzione, né le competenze giuridiche per fare una seria valutazione di merito di tale sentenza. Cosa, d’altra parte, impossibile senza aver letto la sentenza della Corte d’appello a cui si contrapponeva la decisione della Cassazione.
Quello che mi interessa è soltanto evidenziare, per via indiretta, alcune assurdità e incongruenze concettuali di giornalisti, politici ed esperti, che mi sono saltate agli occhi alla prima lettura degli articoli. Per le quali, se non sono in errore, non c’è nemmeno bisogno di entrare nel merito della vicenda. (Del resto gli stessi giornali hanno provveduto il giorno successivo a correggere il tiro con interviste e servizi di chiarimento).
A giudicare dagli articoli e dai brani citati della sentenza l’elemento scatenante delle reazioni negative è stato un passo in cui la Corte di Cassazione ha sostenuto che nella valutazione degli effetti negativi di tale abuso sullo sviluppo sessuale della minorenne andava considerato il fatto che la ragazza già a partire dall’età di 13 anni aveva avuto numerosi rapporti sessuali con uomini di ogni età. Affermazione che però è stata poi tradotta dai titoli dei tre giornali (ma QN e Repubblica anche in passi di alcuni articoli) nella formula: stupro (o abuso) meno grave se la vittima non è vergine.
Premetto che a mio parere, da uomo della strada (o meglio, da uomo della poltrona davanti a tv e computer), c’è poco da concedere attenuanti in casi di abuso del genere: su una ragazza di 14 anni e per di più in rapporto di soggezione nei confronti del compagno della madre. Ma, ripeto, non posso né voglio parlare della sentenza, perché non conosco le regole giuridiche con cui si scelgono le pene per i reati, tra i minimi e i massimi previsti, e con cui si possono concedere attenuanti o dare aggravanti.
Ciò che mi preme è l’analisi di alcune affermazioni lette sui giornali.
La prima cosa che osservo è il seguente paradosso: è sicuramente più sbagliata e grave la frase della Corte di Cassazione della traduzione giornalistica. Cioè mi sembra peggio mettere in relazione gli effetti dell’abuso con la quantità di esperienze sessuali precedenti che con la verginità. L’errore della Corte è quando considera rilevanti, per valutare quanto gravi siano stati gli effetti dell’abuso, il numero e la varietà delle esperienze precedenti. A mio parere, infatti, non cambia pressoché nulla se una è stata già a letto con 3 o 20 uomini: soffre lo stesso. E’ qui che si rischia di passare dal concetto di reato contro la persona a reato contro la morale. Sarebbe invece meno irrazionale (anzi, come dirò più avanti, del tutto accettabile) sostenere che gli effetti sono più pesanti per una vergine che per una che ha già avuto esperienze sessuali. In questo caso mi sembra che ci sia un salto qualitativo chiaro e rilevante e che il concetto di reato contro la morale non c’entri nulla. Quindi la traduzione giornalistica ‘abuso meno grave se una non è vergine’ ha paradossalmente distorto, rendendola meno sbagliata, l’affermazione della Corte di cassazione. Al punto che, a una prima lettura, mi era incomprensibile il motivo dello scandalo.
Ma, passando alla seconda osservazione, è così assurda la frase: ‘un abuso sessuale è meno grave se la vittima non è vergine’? Io penso proprio di no. Infatti, pur ritenendo che si tratti di una differenza di gravità minima, credo che la differenza ci sia, almeno se nella gravità del reato è inclusa anche la peggiore ripercussione sulla vittima. Anzi penso che, in tal caso, tale frase costituisca addirittura un truismo.
Ecco il mio ragionamento terra terra.
Primo, dire che ‘un abuso sessuale (o stupro) è meno grave se la vittima non è vergine o senza esperienze sessuali’ non significa dire che, come ha sostenuto la Aspesi, "non è poi così grave". Un’azione può essere molto grave pur essendo meno grave di un’altra. Il significato di quella frase è identico alla frase: ‘un abuso sessuale (o stupro) è più grave se la vittima è vergine o senza esperienze sessuali’. Penso che in pochi avrebbero da eccepire di fronte a quest’ultima affermazione!
Secondo, credo che l’effetto di un abuso sessuale su una vergine o su una ragazza priva di esperienze sessuali (le due cose possono non coincidere) sia, a parità di altre condizioni, più pesante che su una donna con qualche esperienza sessuale alle spalle. (E credo che più o meno lo stesso discorso valga nel caso di un abuso sessuale su un ragazzo.) Mi sembra scioccamente sbrigativo dire, come hanno fatto alcuni commentatori, che uno stupro è uno stupro; allora le modalità non contano? se è minorenne non conta? Per analogia dovremmo dire sempre che un omicidio è un omicidio, punto e basta? Se avessi tre figlie di 15 anni, una senza esperienze, la seconda con un’esperienza sessuale di rilievo con l’attuale ragazzo, e la terza con tre esperienze sessuali e al momento single, in caso di abusi sessuali dalle identiche modalità a tutte e tre, sarei in partenza più preoccupato per la prima, anche se molto preoccupato anche per le altre due (tra le quali, invece, non vedrei grandi differenze). A meno che, per altri motivi, la prima fosse psicologicamente più solida delle altre due: in tal caso, difficile comunque da stabilire, potrei anche non avere una preoccupazione maggiore per lei.
Terzo, credo la differenza di impatto nell’un caso e nell’altro sia rilevante, a parità di altre condizioni, ma non so in che misura. Anche per questo non saprei dire se sia giusto tenerne conto nelle sentenze sugli abusi. In ogni caso credo che sia giusto affidarsi anche alla psicologia scientifica per una comprensione della questione.
Concludendo, chi ha fatto quei titoli di giornale, trasformando il rapporto tra livello di gravità del reato e promiscuità della vittima messo in evidenza dalla Cassazione in rapporto tra gravità e verginità, con l’intenzione di segnalarne lo scandalo, si è soltanto tirato la zappa sui piedi.


Lorenzo Sandiford

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